Il consumo è l’unico fine e scopo di ogni produzione; e l’interesse del produttore dovrebbe essere considerato solo nella misura in cui esso può essere necessario a promuovere l’interesse del consumatore "Adam Smith"
venerdì 28 ottobre 2011
HP CI RIPENSA E NON VENDE PIU' LA DIVISIONE PC
HP non venderà la divisione Pc. La decisione, annunciata lo scorso agosto, è stata valutata come troppo dispendiosa e senza valore aggiunto, secondo il parere della CEO Meg Whitman citato dalle agenzie di stampa. Secondo gli analisti infatti vendere la divisione Pc non consentirebbe più alla società di Palo Alto di approfittare delle economie di scala ormai createsi nella supply chain e nel rami IT. I vertici aziendali hanno anche reso noto che per i tablet Hp verrà usato il sistema operativo di Microsoft e non di Apple.
APPLE IPHONE 4S PROBLEMI CON LA DURATA DELLA BATTERIA
Il THE GUARDIAN riporta che alcuni possessori di Apple IPhone 4S sono stati contattati dal supporto della Apple per risolvere il problema della durata della batteria.
Sembra, sempre secondo questi clienti, che la batteria si scarichi di un 10% ogni ora di stand-by, più generalmente, pare, che la durata media della carica del nuovo Iphone 4S sia di 250 ore in stand-by contro le precedenti 300 del vecchio modello.
Il problema potrebbe essere causato da alcuni contatti difettosi della batteria o di qualche ciclo di funzionamento in bcakground ancora non noto agli ingegneri della Apple, che stanno studiando il problema.
Hanno anche provato a settare un apparecchio senzpa Apps ma il risultato non è cambiato.
Il link del THE GUARDIAN: http://www.guardian.co.uk/technology/2011/oct/28/iphone-4s-battery-apple-engineers

Il problema potrebbe essere causato da alcuni contatti difettosi della batteria o di qualche ciclo di funzionamento in bcakground ancora non noto agli ingegneri della Apple, che stanno studiando il problema.
Hanno anche provato a settare un apparecchio senzpa Apps ma il risultato non è cambiato.
Il link del THE GUARDIAN: http://www.guardian.co.uk/technology/2011/oct/28/iphone-4s-battery-apple-engineers
giovedì 27 ottobre 2011
ASSEGNATO A COOP IL PREMIO INTERNAZIONALE GOOD CHICKEN
“Dopo il Premio Good Egg vinto un anno fa per la decisione di vendere solo uova provenienti da allevamenti a terra, all’aperto e biologici coinvolgendo su questa scelta tutti i nostri fornitori, ora viene riconosciuto il nostro impegno per assicurare ai polli a marchio Coop standard adeguati di benessere. E’ per noi un impegno che parte da lontano. Il primo Disciplinare è del 2007” .

Ad essere premiato è un impegno che data da lontano. Coop, da tempo è attenta alle esigenze dei consumatori sempre più sensibili all’eticità delle produzioni e considera il tema del benessere animale un importante valore, che si colloca perfettamente nelle nostre politiche a garanzia di qualità, sicurezza e rispetto dell’ambiente.
Già dal 2007 Coop ha coinvolto i propri Fornitori in un progetto di miglioramento delle condizioni di benessere nell’allevamento degli animali da reddito, lanciando il proprio codice etico (dichiarazione di politica aziendale) in tema di benessere animale e i primi disciplinari di produzione, messi a punto coinvolgendo il mondo scientifico e della ricerca, contenenti i requisiti migliorativi e i relativi indicatori in tema di ambienti e strutture di allevamento, densità dei capi e arricchimento ambientale.
“A Coop Italia va tutto il nostro plauso per la decisione storica di impegnarsi per il miglioramento delle condizioni di vita di quasi 30 milioni di polli ogni anno” dichiara Annamaria Pisapia, Food Business Manager per l’Italia di Compassion in World Farming “si tratta di una decisione che pone Coop ancora una volta all’avanguardia sul tema del benessere animale non solo in Italia, ma anche in Europa”.
ISTAT: AUMENTI DEI PREZZI OLTRE L' INFLAZIONE
I prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dalle famiglie italiane registrano aumenti che non hanno alcuna giustificazione. Adusbef e Federconsumatori commentano così i dati presentati oggi dal presidente dell'Istat, Enrico Giovannini. A settembre l'inflazione su alcune componenti di spesa corrente delle famiglie italiane è stata del 3,7%, di molto superiore, quindi, al dato medio di settembre (pari al 3%).
"Questi andamenti - ha spiegato Giovannini - sono in gran parte determinati dalla forte crescita dei prezzi dei carburanti (19,2% per il gasolio e 16,3% per la benzina verde), mentre i prezzi dei prodotti alimentari mostrano dinamiche più contenute, sebbene sensibilmente differenziate al loro interno". Il Presidente dell'Istat ha segnalato anche gli incrementi elevati di alcune tariffe connesse all'abitazione (9,4% per l'acqua potabile, 4,8% per la raccolta rifiuti, 6,4% per la raccolta delle acque di scarico), e delle tariffe energetiche (4,7% per l'energia elettrica e 7,6% per il gas), che hanno determinato un incremento tendenziale dei prezzi dei prodotti relativi all'abitazione del 5,2%. Aumenti fuori misura anche per i trasporti: +9,4% per i trasporti ferroviari, +10,4% per i trasporti aerei e +49,7% per quelli marittimi. Anche i prezzi dei servizi assicurativi sui mezzi di trasporto continuano a mostrare una dinamica inflazionistica elevata pari al 5,4%.
Federconsumatori e Adusbef non comprendono come di fronte ad una caduta dei consumi il mercato reagisca con impennate inaccettabili di prezzi e tariffe. "Dietro ci sono motivazioni e comportamenti speculativi a cui bisognerebbe, in un Paese normale, dare ferme e forti risposte - dichiarano i due Presidenti Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti - Oltretutto le percentuali denunciate dall'Istat sono per noi sottostimate, infatti l'inflazione generale si sta attestando verso il 4% mentre il dato oggi denunciato dall'Istat per noi si sta situando pericolosamente sul 4,6-4,7% con ricadute di perdita di acquisto per una famiglia di 1410 euro annui. Tutto ciò inoltre, si aggiunge alle ricadute economiche che le varie manovre finanziarie comporteranno alle stesse, con ricadute negative sia aumentandone il malessere ma comportando ulteriori riduzioni alla produzione industriale e dei servizi del Paese con grave nocumento all'economia tutta".

Federconsumatori e Adusbef non comprendono come di fronte ad una caduta dei consumi il mercato reagisca con impennate inaccettabili di prezzi e tariffe. "Dietro ci sono motivazioni e comportamenti speculativi a cui bisognerebbe, in un Paese normale, dare ferme e forti risposte - dichiarano i due Presidenti Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti - Oltretutto le percentuali denunciate dall'Istat sono per noi sottostimate, infatti l'inflazione generale si sta attestando verso il 4% mentre il dato oggi denunciato dall'Istat per noi si sta situando pericolosamente sul 4,6-4,7% con ricadute di perdita di acquisto per una famiglia di 1410 euro annui. Tutto ciò inoltre, si aggiunge alle ricadute economiche che le varie manovre finanziarie comporteranno alle stesse, con ricadute negative sia aumentandone il malessere ma comportando ulteriori riduzioni alla produzione industriale e dei servizi del Paese con grave nocumento all'economia tutta".
lunedì 24 ottobre 2011
BAROMETRO FURTI NEI SUPERMERCATI, AUMENTO DEL 7%
I furti nei negozi sono aumentati. È un fenomeno mondiale: il taccheggio, le frodi da parte di dipendenti e fornitori, la criminalità organizzata e gli errori amministrativi nel 2011 hanno avuto un costo per il retail di 88,878 miliardi di euro, equivalente all' 1,45% delle vendite a livello globale. . La percentuale globale di differenza inventariali (le perdite causate da furti di clienti e dipendenti ma anche da errori amministrativi) ha subito un aumento del 6,6%, il più alto incremento mai registrato a partire dal 2007. In Italia, le perdite hanno raggiunto un valore di circa 3,5 miliardi di euro, cifra che rappresenta l'1,37% del fatturato del settore.
Rispetto al 2010, l'aumento è pari al 7%, superiore a quello delle medie europee e mondiali. È quanto afferma l'edizione 2011 del Barometro Mondiale dei Furti nel Retail, indagine indipendente sul numero e la tipologia di furti commessi all'interno dei punti vendita e della Grande Distribuzione, condotta dal Centre for Retail Research e patrocinata da Checkpoint Systems.
In Italia sono aumentati i furti commessi da parte dei clienti. Sono il 52,7% i taccheggi a opera di bande organizzate o di ladri non professionisti (a fronte del 52% nel 2010), un valore più alto rispetto alle medie europee e mondiali. Anche i furti ad opera dei dipendenti sono aumentati, passando dal 25% del 2010 al 25,9% di quest'anno. I furti costano ogni anno alle famiglie italiane 175 euro, circa 12 euro in più rispetto al 2010.
La classifica dei prodotti più rubati segue un andamento che è simile in Italia come nel resto del mondo e vede al primo posto gli accessori di lusso, seguiti dai prodotti hi tech (mp3, consolle, giochi) e da profumi e articoli di cosmesi. Al quarto posto si piazza l'abbigliamento. Al quinto, i gioielli. Segue poi il furto di cibo fresco, quali formaggi e carne. Ancora: prodotti per l'ufficio e articoli per il fai da te.
Spiega la ricerca: "Per ciò che concerne le tipologie di mercati maggiormente colpiti dai furti a livello globale, alcune delle percentuali medie più alte sono state rilevate nel settore moda e accessori (1,87%), seguito dal comparto Health & Beauty (1,79%). Tra i prodotti che hanno subito i maggiori incrementi rispetto al 2010 ci sono gli articoli per la cosmesi come mascara, eyeliner e ombretto, aumentati del 30% a livello globale, e l'abbigliamento da esterno, cresciuto del 15,3%"
Rispetto al 2010, l'aumento è pari al 7%, superiore a quello delle medie europee e mondiali. È quanto afferma l'edizione 2011 del Barometro Mondiale dei Furti nel Retail, indagine indipendente sul numero e la tipologia di furti commessi all'interno dei punti vendita e della Grande Distribuzione, condotta dal Centre for Retail Research e patrocinata da Checkpoint Systems.
In Italia sono aumentati i furti commessi da parte dei clienti. Sono il 52,7% i taccheggi a opera di bande organizzate o di ladri non professionisti (a fronte del 52% nel 2010), un valore più alto rispetto alle medie europee e mondiali. Anche i furti ad opera dei dipendenti sono aumentati, passando dal 25% del 2010 al 25,9% di quest'anno. I furti costano ogni anno alle famiglie italiane 175 euro, circa 12 euro in più rispetto al 2010.
La classifica dei prodotti più rubati segue un andamento che è simile in Italia come nel resto del mondo e vede al primo posto gli accessori di lusso, seguiti dai prodotti hi tech (mp3, consolle, giochi) e da profumi e articoli di cosmesi. Al quarto posto si piazza l'abbigliamento. Al quinto, i gioielli. Segue poi il furto di cibo fresco, quali formaggi e carne. Ancora: prodotti per l'ufficio e articoli per il fai da te.
Spiega la ricerca: "Per ciò che concerne le tipologie di mercati maggiormente colpiti dai furti a livello globale, alcune delle percentuali medie più alte sono state rilevate nel settore moda e accessori (1,87%), seguito dal comparto Health & Beauty (1,79%). Tra i prodotti che hanno subito i maggiori incrementi rispetto al 2010 ci sono gli articoli per la cosmesi come mascara, eyeliner e ombretto, aumentati del 30% a livello globale, e l'abbigliamento da esterno, cresciuto del 15,3%"
domenica 23 ottobre 2011
FINDOMESTIC ED IL TASSO ERRATO, "NESSUN INGANNO, SOLO UN REFUSO"
Findomestic risponde all' articolo di Atroconsumo che segnalava l'ingannevolezza di uno spot in cui si pubblicizzava un Taeg inferiore a quello reale. L'agenzia finanziaria precisa che c'è stato un errore di digitazione: sull'importo della rata, infatti, al posto dell'1 è stato digitato un 5. Quindi le mail cui ha fatto riferimento Altroconsumo riportavano una rata di 256 euro invece che di 216, mentre il Taeg pubblicizzato del 7,95% si riferiva appunto alla rata di 216 euro. Comunque dalla mail, cliccando su "richiedi un preventivo", si arriva ad una pagina in cui si trova la stessa proposta con la rata corretta (identica a quella nella home page del sito): 14.000 euro in 84 rate da 216 euro, TAN 7,68% e TAEG 7,95%.
"Dunque non c'è stato nessun intento ingannevole - sottolinea Findomestic - in quanto la mail riportava una rata di 40 euro più alta e quindi meno attraente di quella corretta. La società si scusa dell'errore ed ha già preso provvedimenti per modificarlo immediatamente".
In merito al modulo IEBCC Findomestic fa sapere che esso è immediatamente disponibile: dopo aver fatto la simulazione nella prima pagina dei risultati, in fondo sulla sinistra, il cliente ha la possibilità di visualizzarlo e stamparlo oppure di riceverlo via email, iscrivendosi all'area clienti di Findomestic. Il documento non prevede la necessità di inserimento dei dati personali ma solo esclusivamente i dati utili per fare la simulazione (importo, rata, finalità, eventuale assicurazione). Infine, il modulo non è presente nella sezione "Documenti di trasparenza" poiché, come previsto dalla normativa, deve essere personalizzato secondo le richieste del consumatore.
"Dunque non c'è stato nessun intento ingannevole - sottolinea Findomestic - in quanto la mail riportava una rata di 40 euro più alta e quindi meno attraente di quella corretta. La società si scusa dell'errore ed ha già preso provvedimenti per modificarlo immediatamente".
In merito al modulo IEBCC Findomestic fa sapere che esso è immediatamente disponibile: dopo aver fatto la simulazione nella prima pagina dei risultati, in fondo sulla sinistra, il cliente ha la possibilità di visualizzarlo e stamparlo oppure di riceverlo via email, iscrivendosi all'area clienti di Findomestic. Il documento non prevede la necessità di inserimento dei dati personali ma solo esclusivamente i dati utili per fare la simulazione (importo, rata, finalità, eventuale assicurazione). Infine, il modulo non è presente nella sezione "Documenti di trasparenza" poiché, come previsto dalla normativa, deve essere personalizzato secondo le richieste del consumatore.
venerdì 21 ottobre 2011
IKEA RITIRA LA TENDA "BUSA", RISCHIO LESIONI PER I BAMBINI
Con questo comunicato ufficiale Ikea Italia anuncia il ritiro della tenda gioco "Busa"
"IKEA invita i clienti che hanno acquistato una tenda BUSA a non utilizzarla e a riportarla in un negozio IKEA dove riceveranno il rimborso.
La struttura in acciaio della tenda può rompersi durante l'utilizzo, causando la formazione di parti taglienti che possono fuoriuscire dal tessuto della tenda e provocare lesioni ai bambini che vi giocano.
IKEA ha ricevuto la segnalazione di tre casi di rottura della struttura in acciaio con fuoriuscita dal tessuto della tenda. In uno di questi casi è stata riportata una ferita di lieve entità.
La tenda BUSA è in vendita nei negozi IKEA di tutto il mondo dal 1° agosto 2011.
Ci scusiamo per eventuali inconvenienti.
Per ulteriori informazioni contatta IKEA al numero verde 800.92.46.46, dalle 9 alle 20, da lunedì a sabato"
http://www.ikea.com/ms/it_IT/about_ikea/press/product_recalls/index.html
"IKEA invita i clienti che hanno acquistato una tenda BUSA a non utilizzarla e a riportarla in un negozio IKEA dove riceveranno il rimborso.
La struttura in acciaio della tenda può rompersi durante l'utilizzo, causando la formazione di parti taglienti che possono fuoriuscire dal tessuto della tenda e provocare lesioni ai bambini che vi giocano.
IKEA ha ricevuto la segnalazione di tre casi di rottura della struttura in acciaio con fuoriuscita dal tessuto della tenda. In uno di questi casi è stata riportata una ferita di lieve entità.
La tenda BUSA è in vendita nei negozi IKEA di tutto il mondo dal 1° agosto 2011.
Ci scusiamo per eventuali inconvenienti.
Per ulteriori informazioni contatta IKEA al numero verde 800.92.46.46, dalle 9 alle 20, da lunedì a sabato"
http://www.ikea.com/ms/it_IT/about_ikea/press/product_recalls/index.html
MELLIN RITIRA UN LOTTO DI MERENDA FRUTTA
La Mellin sta ritirando dal mercato un lotto, quello indicato come E057, con scadenza il 26/02/2012, della merenda prugna-mela (4x100g). Il ritiro cautelativo, in accordo con le Autorità competenti, è dovuto alla mancata indicazione in etichetta della presenza di una proteina del latte, precisamente la Beta-lattoglobulina. Questa proteina, riconosciuta come allergene, non è però rischiosa per tutti. Il prodotto può, infatti, avere effetti indesiderati solo per chi è allergico al latte e ai suoi derivati.
Considerato il basso livello di rischio, la Mellin e le Autorità competenti hanno deciso di non procedere con un richiamo del prodotto in generale, come avviene nei casi di grave rischio per la salute, ma di attuare solo il ritiro di questo unico lotto. Inoltre, i controlli effettuati sullo stabilimento di produzione hanno consentito di escludere che altri lotti dello stesso prodotto o altri prodotti presentassero lo stesso problema.
FONTE: ALTROCONSUMO
Considerato il basso livello di rischio, la Mellin e le Autorità competenti hanno deciso di non procedere con un richiamo del prodotto in generale, come avviene nei casi di grave rischio per la salute, ma di attuare solo il ritiro di questo unico lotto. Inoltre, i controlli effettuati sullo stabilimento di produzione hanno consentito di escludere che altri lotti dello stesso prodotto o altri prodotti presentassero lo stesso problema.
FONTE: ALTROCONSUMO
giovedì 20 ottobre 2011
NIELSEN: ANCHE IN TEMPO DI CRISI VINCE LA QUALITA' E...... I COUPON
Le abitudini dei consumatori mondiali fotografate dalla Survey Nielsen basata su 25.000 interviste online effettuate in 51 Paesi mostrano come la qualità del prodotto e del pdv vincano anche in momenti di crisi dei consumi.
È il valore, non il prezzo, la prima motivazione per la scelta di un pdv, questa la conclusione della ricerca Nielsen Global Online Shopping and Saving Strategies 2011. Il 61% dei consumatori in Europa, America Latina, Nord America e Asia Pacifico punta alla qualità quando entra in un negozio, mentre il 58% al prezzo basso; altri elementi importanti per oltre la metà degli intervistati sono la posizione comoda del pdv, le promozioni e l'assortimento, soprattutto nei freschi. In Medio Oriente e Africa, invece, a prevalere, anche se di poco, è il prezzo, ricercato dal 59% dei consumatori contro il 54% che preferisce il valore.
Tra chi ama fare scorta di prodotti ci sono i Nord Americani (60%), perché il format predominante è l'ipermercato; mentre l'Europa si ferma al 37%, il 31% in Italia, l'America Latina, Africa, Medio Oriente e Asia Pacifico invece prediligono rapide visite per acquistare un prodotto che manca o pochi prodotti essenziali.
La spesa online incontra l'interesse del 52% dei consumatori globali che però richiedono la consegna a domicilio (il 31% degli italiani), mentre il 36% preferiscono ritirare la merce direttamente in negozio (in Italia il 29% dei consumatori).
Ad alzare la media a favore dell'online c'è l'area Asia Pacifico (77%), contro il 20% dei nord americani e il 35% degli europei, che possono contare su una rete più capillare di negozi.
Per combattere l'aumento dei prezzi delle materie prime, quali sono le soluzioni proposte dai clienti? Il 36% acquisterebbe confezioni più grandi a prezzi più bassi per porzione; il 18% confezioni più piccole a prezzi più bassi, il 12% confezioni leggermente più piccole al prezzo attuale.

Elevato l'apprezzamento per i coupon in USA (66%), Cina (67%), Asia Pacifico (55%) e in Italia (50%), e la previsione è che si diffondano ulteriormente grazie alle nuove tecnologie come gli smartphone.
È il valore, non il prezzo, la prima motivazione per la scelta di un pdv, questa la conclusione della ricerca Nielsen Global Online Shopping and Saving Strategies 2011. Il 61% dei consumatori in Europa, America Latina, Nord America e Asia Pacifico punta alla qualità quando entra in un negozio, mentre il 58% al prezzo basso; altri elementi importanti per oltre la metà degli intervistati sono la posizione comoda del pdv, le promozioni e l'assortimento, soprattutto nei freschi. In Medio Oriente e Africa, invece, a prevalere, anche se di poco, è il prezzo, ricercato dal 59% dei consumatori contro il 54% che preferisce il valore.
Tra chi ama fare scorta di prodotti ci sono i Nord Americani (60%), perché il format predominante è l'ipermercato; mentre l'Europa si ferma al 37%, il 31% in Italia, l'America Latina, Africa, Medio Oriente e Asia Pacifico invece prediligono rapide visite per acquistare un prodotto che manca o pochi prodotti essenziali.
La spesa online incontra l'interesse del 52% dei consumatori globali che però richiedono la consegna a domicilio (il 31% degli italiani), mentre il 36% preferiscono ritirare la merce direttamente in negozio (in Italia il 29% dei consumatori).
Ad alzare la media a favore dell'online c'è l'area Asia Pacifico (77%), contro il 20% dei nord americani e il 35% degli europei, che possono contare su una rete più capillare di negozi.
Per combattere l'aumento dei prezzi delle materie prime, quali sono le soluzioni proposte dai clienti? Il 36% acquisterebbe confezioni più grandi a prezzi più bassi per porzione; il 18% confezioni più piccole a prezzi più bassi, il 12% confezioni leggermente più piccole al prezzo attuale.

Elevato l'apprezzamento per i coupon in USA (66%), Cina (67%), Asia Pacifico (55%) e in Italia (50%), e la previsione è che si diffondano ulteriormente grazie alle nuove tecnologie come gli smartphone.
FINDOMESTIC ED IL TAEG "ERRATO"
Da qualche giorno l'agenzia finanziaria Findomestic sta inviando email per pubblicizzare il prestito personale da richiedere online. Ma lo spot ha un Taeg errato. Lo denuncia Altroconsumo che ha segnalato la pratica commerciale scorretta all'Antitrust. Secondo l'Associazione, Findomestic induce il consumatore a prendere decisioni diverse da quelle che avrebbe preso se avesse avuto tutte le informazioni del caso, un Taeg corretto e un'indicazione precisa delle condizioni economiche e contrattuali.
Pagare 84 rate di 256 euro per un capitale di 14.000 euro comporta - scrive Altroconsumo - un tasso effettivo globale del 14% e non del 7,95%, come invece evidenzia il messaggio. Inoltre, si legge che "per le condizioni economiche e contrattuali, ti invitiamo a fare riferimento alle Informazioni Europee di Base sul Credito ai Consumatori presso tutte le succursali di Findomestic Banca e sul sito Findomestic.
Sul portale, però, le informazioni non ci sono: nemmeno quando si clicca sulla voce "Documenti di trasparenza". Altroconsumo ricorda che sarebbe opportuno che il consumatore avesse prima la possibilità di conoscere l'informativa precontrattuale. Invece l'EBIC, cioè il modulo europeo contenente le informazioni sul credito al consumo (obbligatorio secondo la normativa), non c'è; bisogna però compilare alcuni moduli dettagliati sulla propria anagrafica e sul proprio reddito. A ciò va aggiunta la richiesta di indicare l'Iban del proprio conto corrente senza che si abbia alcuna traccia del contratto e del modulo europeo.
Pagare 84 rate di 256 euro per un capitale di 14.000 euro comporta - scrive Altroconsumo - un tasso effettivo globale del 14% e non del 7,95%, come invece evidenzia il messaggio. Inoltre, si legge che "per le condizioni economiche e contrattuali, ti invitiamo a fare riferimento alle Informazioni Europee di Base sul Credito ai Consumatori presso tutte le succursali di Findomestic Banca e sul sito Findomestic.
Sul portale, però, le informazioni non ci sono: nemmeno quando si clicca sulla voce "Documenti di trasparenza". Altroconsumo ricorda che sarebbe opportuno che il consumatore avesse prima la possibilità di conoscere l'informativa precontrattuale. Invece l'EBIC, cioè il modulo europeo contenente le informazioni sul credito al consumo (obbligatorio secondo la normativa), non c'è; bisogna però compilare alcuni moduli dettagliati sulla propria anagrafica e sul proprio reddito. A ciò va aggiunta la richiesta di indicare l'Iban del proprio conto corrente senza che si abbia alcuna traccia del contratto e del modulo europeo.
giovedì 13 ottobre 2011
SONY RITIRA I TV BRAVIA
Il ministero dell'Industria nipponico ha segnalato dieci casi nei quali i televisori hanno emesso fumo e riportato la fusione di alcune componenti, senza causare feriti o incidenti rilevanti. La multinazionale ha di conseguenza iniziato a investigare sul difetto di fabbricazione, che - a quanto si apprende - riguarderebbe una componente interna che causerebbe un eccessivo riscaldamento dei circuiti interni e parziale liquefazione della parte superiore dei televisori.
FONTE: SOLE 24 ORE
giovedì 6 ottobre 2011
ADDIO STEVE JOBS, GENIO VISIONARIO
È morto Steve Jobs, il patron e fondatore della Apple e figura di primo piano dell'hi-tech internazionale. Aveva 56 anni ed era da tempo malato di un tumore al pancreas. L'annuncio è stato dato dalla stessa società di informatica. «Apple ha perso un genio creativo e visionario e il mondo ha perso un formidabile essere umano»: è quanto si legge sulla home page della Apple dove campeggia una foto in bianco e nero di Steve Jobs con l'anno della nascita e quello della morte: 1955-2011. «Quelli di noi che hanno avuto la fortuna di conoscerlo abbastanza e di lavorare con lui - si legge ancora sul sito - hanno perso un caro amico e un mentore ispiratore. Steve lascia una società che solo lui avrebbe potuto costruire e il suo spirito sarà sempre il fondamento di Apple». «Nessuna parola - ha datto Tim Cook, amministratore delegato di Apple dopo l'addio di Jobs l'estate scorsa - può adeguatamente esprimere la nostra tristezza per la morte di Steve o la nostra gratitudine per l'opportunità di aver lavorato con lui. Onoreremo la sua memoria dedicandoci a continuare il lavoro che lui amava così tanto».
CORRIERE DELLA SERA
CORRIERE DELLA SERA
mercoledì 5 ottobre 2011
DDL INTERCETTAZIONI
CARI FOLLOWERS,
Come avete potuto vedere da qualche tempo non pubblico più posts, prima ero in FERIE, ora per protestare contro una decisione illiberale e taglieggiante dell' attuale Governo
Fin quando non si saprà se il DDL INTERCETTAZIONI, nella sua forma seguente, sarà legge o no, non avrete più il piacere, spero sia un piacere, di leggere il mio Blog
«Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono.»
A presto, cari
Come avete potuto vedere da qualche tempo non pubblico più posts, prima ero in FERIE, ora per protestare contro una decisione illiberale e taglieggiante dell' attuale Governo
Fin quando non si saprà se il DDL INTERCETTAZIONI, nella sua forma seguente, sarà legge o no, non avrete più il piacere, spero sia un piacere, di leggere il mio Blog
«Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono.»
A presto, cari
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