I prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dalle famiglie italiane registrano aumenti che non hanno alcuna giustificazione. Adusbef e Federconsumatori commentano così i dati presentati oggi dal presidente dell'Istat, Enrico Giovannini. A settembre l'inflazione su alcune componenti di spesa corrente delle famiglie italiane è stata del 3,7%, di molto superiore, quindi, al dato medio di settembre (pari al 3%).
"Questi andamenti - ha spiegato Giovannini - sono in gran parte determinati dalla forte crescita dei prezzi dei carburanti (19,2% per il gasolio e 16,3% per la benzina verde), mentre i prezzi dei prodotti alimentari mostrano dinamiche più contenute, sebbene sensibilmente differenziate al loro interno". Il Presidente dell'Istat ha segnalato anche gli incrementi elevati di alcune tariffe connesse all'abitazione (9,4% per l'acqua potabile, 4,8% per la raccolta rifiuti, 6,4% per la raccolta delle acque di scarico), e delle tariffe energetiche (4,7% per l'energia elettrica e 7,6% per il gas), che hanno determinato un incremento tendenziale dei prezzi dei prodotti relativi all'abitazione del 5,2%. Aumenti fuori misura anche per i trasporti: +9,4% per i trasporti ferroviari, +10,4% per i trasporti aerei e +49,7% per quelli marittimi. Anche i prezzi dei servizi assicurativi sui mezzi di trasporto continuano a mostrare una dinamica inflazionistica elevata pari al 5,4%.
Federconsumatori e Adusbef non comprendono come di fronte ad una caduta dei consumi il mercato reagisca con impennate inaccettabili di prezzi e tariffe. "Dietro ci sono motivazioni e comportamenti speculativi a cui bisognerebbe, in un Paese normale, dare ferme e forti risposte - dichiarano i due Presidenti Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti - Oltretutto le percentuali denunciate dall'Istat sono per noi sottostimate, infatti l'inflazione generale si sta attestando verso il 4% mentre il dato oggi denunciato dall'Istat per noi si sta situando pericolosamente sul 4,6-4,7% con ricadute di perdita di acquisto per una famiglia di 1410 euro annui. Tutto ciò inoltre, si aggiunge alle ricadute economiche che le varie manovre finanziarie comporteranno alle stesse, con ricadute negative sia aumentandone il malessere ma comportando ulteriori riduzioni alla produzione industriale e dei servizi del Paese con grave nocumento all'economia tutta".
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