
A Torino proseguirà intanto l'inchiesta giudiziaria, avviata sulla base di una denuncia presentata da Mineracqua, la federazione italiana delle industrie delle acque minerali, che aveva già fatto svolgere analisi dall'Università La Sapienza di Roma. I reati ipotizzati dalla procura di Torino sono frode in commercio e commercio di sostanze alimentari nocive per la salute pubblica. Al momento non vi è alcun indagato.
Le caraffe sottoposte ad analisi promettono di abbattere i livelli di cloro e la durezza dell'acqua del rubinetto tramite un filtro che funziona a carbone attivo e resine a scambio ionico. «Per quanto riguarda la durezza - ha spiegato oggi Guariniello - le analisi hanno mostrato che è vero che si abbattono i livelli di calcio e magnesio, ma anche che il filtro non va usato se la durezza dell'acqua è inferiore ai 19 gradi francesi, come per esempio in provincia di Torino. In questo caso è inutile».
Al contrario, emergono sostanze che non sono presenti nell'acqua del rubinetto. «In alcune caraffe - ha riferito Guariniello - il Ph dell'acqua sale a livelli fino a 9.5, contro un limite di legge di 6.5 e con questo livello di acidità sarebbe non potabile. Poi appaiono tracce di ammonio, sodio, potassio e argento in valori superiori a quelli dell'acqua del rubinetto. Non sono pericolosi - ha sottolineato - ma sicuramente l'acqua non è migliorata». In sintesi, secondo Guariniello «la situazione deve essere valutata con attenzione dall'autorità sanitaria competente»
FONTE: IL MESSAGGERO
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